Ah dì !

Il tormentone dell’Estate di quest’anno non è una canzone o un ballo. Nemmeno un motivetto o uno slogan. Il tormentone del’Estate 2015 è “Ah dì!” e l’ha lanciato Silvio Canini.

Sulla sua pagina Facebook, Canini, il fotografo bellariese che ha inondato l’Italia e il mondo (fino alla Siberia) con i scuoi scatti poetici, ma anche ironici e scanzonati (Il Nuovo cartaceo ne ha parlato in numerose occasioni, si veda febbraio 2006, dove a pag. 6 ne facciamo un primo profilo, e poi   aprile 2008, gennaio 2014, giugno 2014 ), ha creato un fenomeno a suo modo unico.

Sotto il nome “Ah dì!” (il commento che viene aggiunto alla foto) prendono forma decine di scatti, scherzosi, bizzarri, ma allo stesso tempo, come capita in tutta la fotografia di Canini, connotati da una magia, un’aria particolare ed unica.
Così anche il “brutto” diventa degno di essere immortalato, se non altro per essere finalmente riconosciuto e distinto dal “bello”, ma non in chiave moralistica o perbenista. Tutt’altro. Canini esterna il suo semplice, tutto romagnolo, immediato e sincero, “ah dì!”, espressione che tutti noi – romagnoli e bellariesi – usiamo quando si vede qualcosa che lascia senza parole.

È lo spirito della nostra terra che porta a non fare troppe lagne o sermoni. Anche di fronte alla sciocchezza più grossa, alla più terribile vicenda, è tipico della nostra gente dire tutto quel che c’è da dire con un semplice “Ah dì!”. Silvio, gioca con questo elemento di sconcerto e di impatto, in manierate originale, conferendole ulteriore ironia. E lo fa  di fronte al mare, o più precisamente sulle spiagge.

Vi proponiamo i suoi scatti nello slide show qui sopra, ma sulla sua pagina Facebook, il tema è in continuo aggiornamento (quanti nuovi “ah dì!” quotidiani offre la nostra spiaggia!)

Lo abbiamo raggiunto al telefono.

Silvio, ci stupisci ancora una volta. Il tuo “ah dì!” è diventato un tormentone! SI vedono fin oltre 20 commenti per foto, su decine e decine di foto, tutte seguite con attenzione…

È vero. Ero in Francia pochi giorni fa e in spiaggia ho sentito che dicevano, “è arrivato quello di ah dì!. Anche lì hanno conosciuto questi scatti. Il fiorire di commenti, divertiti e anche critici, è poi ricco e stimolante.

Queste tue foto sembrano in continuità stretta con tuoi precedenti lavori, come Io mi fermo qui  e soprattutto Venditori d’ombra  oppure i tuo album figurine Canini

Amo il mare, sia come soggetto che lascia sorgere un senso di mistero e nostalgia, ma anche come luogo da vivere. Da questo punto di vista le nostre spiagge raccolgono una fauna umana incredibile! In Io mi fermo qui osservavo che tutti, arrivati al molo e non potendo andare avanti, assumevano una certa postura. E ho cominciato a fotografarla…  Ma “Ah dì!” è in continuità soprattutto con Venditori d’ombra e con gli album di figurine …

In questi lavori, i tuoi soggetti sono in genere brutti, o vicini al grottesco… 

È un lavoro antropologico che faccio con i miei scatti, registrando a che punto è arrivata oggi la società. Non distinguiamo più il bello dal brutto e ci sono persone che si conciano in una maniera pazzesca. Quello che ci può salvare non è però un discorso serioso sul bello, ma una ironia, uno sguardo divertito, che è tutto condensato dentro l’espressione “Ah dì!”. Non intendo essere irriverente con nessuno (e tanti scatti non li pubblico, laddove mi accorgo di situazioni particolari, malattie, disagi, ecc.)… I miei scatti vogliono essere una constatazione, che spinge ad un sorriso. In questo sorriso ci può stare una ripresa e un rilancio.

Ma questo è vero anche per le tante vecchiette, dai corpi un po’ disfatti e che tu riprendi spesso da dietro…?

Il discorso sulle vecchiette è particolare. Qui non è denuncia del brutto, ma ammirazione.

Cioè?

Io ammiro queste signore perché a loro non gliene frega più niente. Sono libere. Fuori dagli schemi. Si vestono come pare loro, si mettono addosso le cose più strane, se il corpo non tiene più, loro al mare ci vanno lo stesso… oppure indossano cappellini assurdi oppure il salvagente dei loro nipotini…  Sono espressione di una libertà che dovrebbe essere propria dei giovani, spesso invece così catalogati e determinati dalle mode.

È dunque un inno all’ironia e alla libertà…

Sì. Oggi la fotografia è piena di arie nostalgiche e cupe. Sono stato recentemente membro di una giuria e che rassegna di cimiteri ho visto! Mi han detto che sono oramai l’unico fotografo che mette nelle sue foto ironia. Io voglio strappare un pensiero positivo, un sorriso, far emergere un guizzo di vita…  Ce n’è assoluto bisogno.

Ma, “Ah dì!” potrebbe diventare un libro? Hai in mente qualcosa?

Per gli scatti che stanno venendo fuori, meriterebbe una pubblicazione. Occorre uno sponsor!

Il messaggio è chiaro.  Intanto ci godiamo gli “ah dì!” quasi quotidiani sulle pagine web di Silvio. Qui sopra un ampio assaggio!

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