Da quale pulpito. L’outlet e le critiche “smemorate” di Nando Fabbri

COMUNICATO STAMPA

NANDO FABBRI E LA SVENDITA DEL TERRITORIO: DA QUALE PULPITO VIEN LA PREDICA

L’ex Presidente della Provincia Fabbri muove con un suo intervento una polemica tutta politica sui quotidiani con riferimento all’area ex parco della Musica e alla possibilità che in essa, previo assenso degli organi sovra comunali, si insedi un Outlet commerciale. Si parla di svendita del territorio e di speculazioni, ovviamente senza conoscere l’eventuale natura del progetto e come esso si relazionerebbe col tessuto urbano e commerciale.

Nè con ironia, nè con ipocrisia, si puo’ rispondere ad un uomo che ha pervaso la politica amministrativa locale e provinciale per almeno tre decenni e che da Presidente della Provincia, ha consapevolmente dimenticato, sottolineiamo dimenticato, di inserire nella programmazione urbanistica e territoriale dell’intera Provincia di Rimini prospettive e possibilità di crescita per Bellaria Igea Marina: non zone artigianali, non zone commerciali, nessun polo d’interesse provinciale, mentre ha consentito che sul confine della nostra città sorgessero Ikea, Mercatone Uno e quant’altro.

D’altronde, non si può seriamente pensare che tale figura politica sia stata negli ultimi anni lontana dalla politica bellariese. Tutt’altro. Come abbiamo detto, dopo aver messo in atto, in buona compagnia dei compagni di partito, lo scempio urbanistico nel piano regolatore locale datato 1992, Fabbri ha partecipato attivamente alla scelta ed alla campagna elettorale degli ultimi candidati sindaci di sinistra proponendosi come nume tutelare.

Una scelta evidentemente poco felice, visto che in entrambi i casi il centrodestra ha vinto al primo turno e il Pd che lo ha affrontato è finito ai minimi storici, nel momento in cui alle elezioni europee invece otteneva un risultato eclatante. 

Se questo paese fosse stato da lui tanto amato, l’ex Presidente non avrebbe consentito che Bellaria Igea Marina diventasse la Cenerentola della politica provinciale, mortificata da una programmazione urbanistica che non ha previsto alcuna possibilità di sviluppo per il nostro territorio, a cominciare dalle zone colonie (tutt’ora area bloccata a causa dei vincoli provinciali).  Tutto questo mentre da altre parti sono nati importanti segmenti di settore terziario, dei servizi e del commerciale, in altri territori si è permesso di “formare un identità territoriale turistica”, altrove si è guardato con interesse nell’accrescere opportunità di lavoro e di sostegno occupazionale; e come tutti sanno, fino al 2009 la guida politica di chi ha amministrato il nostro territorio non era di diverso colore e cultura rispetto al Fabbri deus ex machina provinciale, uomo di partito prima che bellariese.

A volte il fioretto causa piu’ ferite della spada ed e’ per questo che ci chiediamo: è lo stesso Fabbri che ha condiviso con gli allora Democratici di Sinistra l’approvazione del piano regolatore generale, con annessi consumo del territorio e speculazione edilizia?

Bellaria Igea Marina era contenta di subire allora da parte di chi amministrava scelte del genere?

Per non perdere la memoria, basterebbe ricordare l’evoluzione digerita dal nostro territorio nel quindicennio 1994-2009, chiedendosi nel merito se questa trasformazione, guidata principalmente dall’edilizia, abbia portato benefici alla collettività. E soprattutto, se i proventi dei milioni di euro di oneri di urbanizzazione incassati negli anni si siano tradotti in piazze, fontane, centri di socializzazione, servizi, parchi e, perché no, in luoghi di divertimento per i nostri giovani. Niente di tutto questo.

Quando si parla di svendita del territorio, pertanto, non si guardi certamente a noi che oggi lo amministriamo, ma si faccia semmai un esame di coscienza; poco ci importa che tra Fabbri e Scenna non si andasse d’accordo, poco ci importa del fatto che si scarichi sui partiti le proprie responsabilità, molto ci importa chi abbia influenzato e condiviso scelte così sciagurate per Bellaria Igea Marina. La ‘qualità dolce del vivere’, per usare parole care a Fabbri, hanno significato per il nostro paese piu’ cittadini, piu’ case e meno servizi.

Chi amministra oggi, in condizioni sociali ed economiche differenti, intende valutare le opportunità sul quale costruire il futuro, evitando di penalizzare ancora il territorio per ragioni di facile populismo che potrebbero penalizzare pesantemente la città. Le valutazioni che insieme alle categorie economiche e ai portatori di interesse del territorio vanno fatte, devono tener conto di quale assunzione di responsabilità potrebbe comportare un rifiuto a prescindere ad un eventuale outlet nel nostro territorio, evitando che Bellaria Igea Marina rimanga, ancora una volta, unicamente una spettatrice e non protagonista.

OBIETTIVO COMUNE PER BELLARIA IGEA MARINA
UNIONE DI CENTRO
FORZA ITALIA
NUOVO CENTRO -DESTRA
maggioranza per ceccarelli

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