Gladys Rossi, la musica, la sua Bellaria e le scuole di Romagna

Pasqua ricca di eventi a Bellaria Igea Marina. Sono numerose, infatti, le occasioni di intrattenimento e cultura per tutti, come si desume dal quadro che potete vedere in queste pagine e sul nostro sito. In questo articolo parleremo di musica, grande protagonista della sera di Pasqua. Insieme alla musica pop, rappresentata da Dodi Battaglia – autore di tante tra le canzoni più note dei Pooh -, grande mattatrice del Palacongressi di Bellaria sarà il soprano Katia Ricciarelli (16 aprile, alle ore 21,30).

Per entrare nel clima di questo evento, abbiamo interpellato il soprano bellariese, di fama internazionale, Gladys Rossi, ospite oramai ricorrente su Il Nuovo. L’occasione di sentire Gladys viene anche dalla fortunata coincidenza di averla incontrata nel mio liceo, dove – e ne parleremo sempre in questa intervista –  sta sviluppando un bellissimo progetto con gli studenti.

Gladys, lieta per la presenza della Ricciarelli a Bellaria?

Per me è una grande felicità, perché sono legata in maniera particolarissima a Katia. Il decollo della mia carriera dipende anche da lei.

Ci racconti?

Eravamo a Verona per la Carmen. Era presente anche Katia Ricciarelli, per un ruolo secondario ma ovviamente tutti la cercavano e desideravano mettersi in mostra con lei, una figura davvero imponente per noi cantanti lirici. Io ero più riservata, non sono portata a “promuovermi” e mi intimoriva anche un po’ la sua figura. Eppure scelse me per la partecipazione al grande evento di festeggiamenti dei suoi quarant’anni di carriera su Canale 5: una serata televisiva in diretta dalla Fenice di Venezia.  Era il dicembre del 2009 (ndr: proprio nel 2009 Il Nuovo, nel numero uscito del 3 aprile, raccontava alla città la nascente carriera di Gladys).  Un momento ricco di ospiti e che spaziava dalla lirica alla musica leggera, con personaggi importanti come Al Bano, Mingardi, Mietta.

(Nel video la partecipazione di Gladys alla serata televisiva per i quarant’anni di carriera di Katia Ricciarelli)

Per me fu un grande onore e a quell’apparizione poi seguì la chiamata per l’Aida sempre alla Fenice di Venezia, fatto che poi consacrò la mia carriera. Per cui sono molto grata a Katia Ricciarelli e sarà per me un onore poterla accogliere ed introdurre a Bellaria Igea Marina.

Quindi ti vedremo presente la sera di Pasqua?

Certamente. Non posso mancare!

Ci racconti cosa “stai combinando” nelle scuole? Poche settimane fa eri al Liceo Volta Fellini di Riccione… e c’era pure la RAI!

È un’esperienza bellissima a cui tengo particolarmente. È già il secondo appuntamento di un viaggio all’interno dell’opera, guidato dal prof. Paolo Piantieri – che poi è diventato un caro amico- e realizzato insieme agli immancabili Davide Cavalli (piano) e Maurizio Leoni (tenore), già protagonisti con me di più concerti anche a Bellaria. Si tratta di guidare all’ascolto gli studenti, intercalando commenti del prof. Piantieri – bravissimo ad appassionare i ragazzi –  con momenti di ascolto, svolti nell’auditorium del liceo, senza costumi e con semplicità. Eppure la magia della musica esplode come e più che a teatro. Il 22 dicembre abbiamo eseguito brani dall’ Elisir d’amore, mentre  pochi giorni fa è iniziata una trilogia verdiana che si completerà il 20 di aprile.

Cosa ti ha colpito di questo pubblico così giovane?

In primo luogo lo sguardo attento e curioso. Hanno rivelato un bisogno profondo di conoscere la musica. Pochi di loro erano già avvezzi all’opera, eppure sono stati immediatamente catturati dalle note, dai personaggi, dal dramma che andavamo rappresentando. Merito anche della preparazione del prof. Piantieri, con cui ci auguriamo di poter continuare la collaborazione. È un progetto che merita di essere diffuso.

Nel frattempo se n’è interessata la Rai. Il progetto è stato presentato all’interno di Mizar!

Vero. E purtroppo non ho potuto vedere quella puntata!

Anche a beneficio dei nostri lettori, la si può trovare in rete, a partire dall’edizione web di questo articolo  (si veda al minuto 15 e 10 secondi, a questo link). 

Un pubblico così giovane è presente anche a teatro?

Purtroppo no.  Il pubblico dell’opera in Italia è piuttosto avanti con gli anni. Devo dire che all’estero è diverso. Anche lì non ci sono ragazzi, ma trentenni e quarantenni sì e numerosi. Da noi in Italia è come se si fosse fatto un vuoto. La mia generazione e quella dei nostri padri sono all’oscuro di questo patrimonio che invece i nostri nonni, per quanto vivessero esistenze semplici e assai più povere, conoscevano. Mi raccontava “Gianola” (noto cuoco di Bellaria) che suo nonno, smessa la zappa e dopo una dura giornata di lavoro nei campi, partiva per raggiungere a piedi il Teatro Galli a Rimini ed ascoltare l’Aida. Ma anche la mia storia personale lo conferma. Ho scoperto tardi questo patrimonio. Da noi in Italia è come se ci fosse un buco generazionale.

Raccontavi al Nuovo nel 2009 che hai scoperto la lirica grazie ad un gadget, un Cd di Katia Ricciarelli e Carreras, allegato ad uno shampoo! 

Eh sì. Veramente incredibile! Quel bagno è stato di un’importanza eccezionale! Mi sono innamorata della bellezza dell’opera proprio in questo modo…

Ai ragazzi, al momento delle domande finali, hai parlato dei personaggi, di come interpretarli…

Sì. È una questione importante. Questa disaffezione al bel canto talvolta è colpa anche nostra, del mondo della lirica. Tanti cantanti sono unicamente preoccupati dell’aspetto tecnico, della perfezione nell’uso della voce, e finiscono con il disinteressarsi del personaggio nella sua interezza, nella sua storia. Invece il personaggio va reso e fatto vivere per quello che è. Ecco il senso della mia risposta a quella domanda: lì dicevo che la Traviata va interpretata in maniera differente a seconda degli atti. Dapprima è una prostituta, poi vive un cambiamento e prende coscienza di sé. Infine è di fronte alla morte. Non la si può cantare alla stesso modo.

Infine… Bellaria sempre nel cuore?

Sempre!  Io conosco tanti cantanti di tutte le parti del mondo ma quello che accade a Bellaria, l’attenzione e l’affetto che mi date, come mi seguite, è unico. Tutti i miei colleghi sono stupiti del rapporto che ho con il mio paese. Non accade da nessun’altra parte. È davvero un rapporto che mi da forza.  Grazie di cuore.

Un rapporto così vivo è reso possibile anche per la disponibilità di Gladys che, malgrado stia girando il mondo, battendo i teatri più prestigiosi, è rimasta “una di noi”. A proposito di tournée, Gladys è in procinto di partire prima dell’estate per la Germania, dove canterà con Carreras, mentre  – dopo una pausa estiva – ripartirà, questa volta per il San Carlo di Napoli, dove interpreterà Musetta nella Bohème.

E che il bel canto sia!

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