Acquisto della vecchia fornace, per sottrarla al degrado

Le foto che vedete qui sotto sono relative alla vecchia Fornace di Bellaria, l’area che è stata acquistata dal Comune poche settimane fa. La foto di sinistra, scattata pochi giorni fa, mette in luce lo stato di degrado in cui è caduta la ex fornace, semisepolta da sterpaglia, dal 2004, anno in cui invece è stata scattata la foto di destra, ad oggi.

 

Si comprende bene l’importanza di questa acquisizione, volta a togliere dal degrado un’area che potenzialmente può essere di importanza notevole per il paese. L’edificio ha una valenza storica. Nata nel 1922, chiuse i battenti negli anni ’60, riconvertita poi in altri settori industriali e divenuta magazzino in attesa di ristrutturazioni mai completate. Il degrado che porta alla situazione attuale iniziò a partire dal 2003.  Nel 2008, in un vertice in Comune, la giunta Scenna rassicurava le categorie sulla valenza pubblica dell’edificio. Su Romagna Oggi , per citare un intervento facilmente reperibile in rete, Scenna e Bernardi, sindaco e assessore, il 5 dicembre di quell’anno, avevano “ribadito la valenza di quell’area come polo di attrazione turistica e a forte valenza pubblica, così come era stato più volte sottolineato nei mesi scorsi, raccogliendo il consenso delle associazioni presenti all’incontro”. Allora si ventilava l’ipotesi di un interessamento di capitali cinesi per l’acquisto dell’area, notizia che allarmò gli operatori bellariesi.

L’azione di Ceccarelli va nella direzione di quel riconoscimento della valenza pubblica  dell’area e, scongiurando ulteriori infiltrazioni non gradite sul territorio, ha acquisito direttamente l’edificio e il parco ad una cifra risibile. Eppure oggi, gli eredi di Scena salutano questa operazione della giunta con sonore critiche, per la verità – ancora una volta – di una leggerezza disarmante.

Ricordiamo anche come su romagnanoi.it, un articolo del 2009 denunciasse la presenza di rifiuti tossici – per i quali il giornalista riporta anche l’intervento di sequestro da parte della Polizia ambientale-. Una situazione di degrado che un video su YouTube conferma ampiamente.

Eppure l’area è importante e assume un valore notevole per il paese anche solo considerando il parco circostante. Oltre ai 9.500 mq di superficie dei fabbricati, l’acquisto riguarda più di 68.000 mq di terreni, tra cui l’ex cava di argilla, oggi divenuta lago ormai naturalizzato. Ricco di fauna ittica, con una superficie di circa 24.000 mq esso costituisce il primo bacino idrico per estensione sul territorio comunale. Sul blog “Vivi Bellaria”, si decantano le lodi del lago per gli amanti della pesca sportiva (“è un bel lago selvaggio e se ci vuoi passare qualche giornata di pesca lo consiglio e poi sei in mezzo alla natura”). Oggi l’accesso avviene in forma clandestina, ma sembra essere tollerato dai proprietari dei campi limitrofi, sostiene il blogger.

È curioso come la giunta di Ceccarelli, sostenuta dai partiti di centrodestra abbia mostrato un’attenzione ed una vigilanza al tessuto sociale del paese, fino ad interventi del pubblico così massicci, che dovrebbero essere  punto di forza – e non di critica –  del centro sinistra.

D’altro canto la sinistra bellariese è sempre stata anomala su questo punto. Occorre ricordare come si sia lasciata sfuggire l’occasione di acquisizione della Colonia Roma, pazientemente preparata dall’allora sindaco Lazzarini e boicottata, secondo la lettura che lo stesso Lazzarini ne diede insieme ad altri protagonisti della vicenda sul Nuovo n. 14 del 10 ottobre 2008. Allora perdemmo la Colonia Roma (oggi di proprietà privata), rinunciando alla prelazione che il Comune aveva acquisito, ed è sotto gli occhi di tutti quel che abbiamo nel cuore del nostro paese, nell’area del porto canale.

Al contrario, si è evitato una fine analoga dell’area del Centro Congressi, tuttora attivo seppure costretto a superare difficoltà legate a vecchie irregolarità. In questi anni il suo funzionamento ha garantito il mantenimento dell’area, che con il decadere del dinamismo economico della vecchia proprietà dava già segni di degrado. Cosa che non è potuta avvenire per Aquabel, dove non vi è stata alcuna acquisizione. Così come nessun risanamento è potuto accadere in altri comuni rispetto a proprietà lasciate in abbandono, come – per rimanere sullo stesso proprietario – dimostra il complesso delle Conchiglie a Riccione.

L’acquisizione del Comune è un passaggio importante per una lotta fattiva e concreta al degrado.

Il resto son chiacchiere.

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