Musica dall’eterno

Musica non è solo tecnica e accordi. Non è solo suoni, timbri, stili. Musica è cultura, visione del mondo, scoperta di quella trama che stringe insieme, in un solo respiro, generi apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, e che fa percepire la presenza di un legame profondo con il mondo intero.

È quanto abbiamo scoperto in questo bel dialogo con Alessandro Casali, maestro di pianoforte alla Glenn Gould. L’incontro con lui è stata la scoperta di un artista dalla sensibilità finissima e dotato di cultura poliedrica.

Alessandro, cosa insegni qui?

Pianoforte e armonia.

Che materia è armonia?

È lo studio di come concatenare gli accordi. Quindi come studiare i brani, coglierne le strutture, le combinazioni che generano appunto l’armonia stessa. Dietro a quello che a noi percepiamo come armonia vi è una struttura profonda, che possiamo cogliere attraverso quella che è una vera e propria scienza, che ci rimanda ultimamente agli antichi greci, per i quali l’armonia era l’ordine delle cose celesti. Seguire un corso di armonia, dal punto di vista pratico, è indicato per chi volesse intraprendere un percorso pre accademico per il Conservatorio.

Dunque preparate anche per l’entrata in Conservatorio?
Sì, grazie alla convenzione con l’Istituto Musicale Pareggiato Lettimi di Rimini offriamo anche questa possibilità. È un’opportunità importante vista il nuovo ordinamento dei conservatori di tipo universitario, secondo la struttura dei tre anni più due. La riforma ha lasciato scoperta la formazione pre universitaria e quindi è importante che la Glen Gould sia abilitata per fornire quello che è un’oggettiva mancanza del nostro percorso formativo nazionale.
Ma torniamo a te. Come hai iniziato a fare musica, come è nata la passione per la musica?

Ho iniziato a fare musica su una tastiera giocattolo, di quelle di plastica, all’età di sei anni. Ma il primo ricordo vero di passione per la musica è legato al suono dell’organo. Da piccolo, entrando in una chiesa, la Pieve di San Leo, rimasi colpito dalla magia del suono dell’organo. Poi, non avendo possibilità di studiare organo in zona, mi misi a frequentare i corsi di pianoforte all’ Istituto Musicale Pareggiato Lettimi di Rimini.

A che età?

Stavo facendo le elementari…

Ma, che cosa di quel suono ti ha in particolare affascinato?

La potenza e la trascendenza. Riusciva a toccarmi nell’intimo e, allo stesso tempo, mi apriva ad altro. Ancor oggi, pur suonando sia pianoforte, che clavicembalo ed organo, quello che mi emoziona di più rimane l’organo. Ha la capacità di essere intimo ed esplosivo insieme. Quando si suona il “ripieno”, ovvero con inseriti tutti i registri, si raggiunge una potenza veramente incredibile. E poi è uno strumento che ha una gamma espressiva in nita, sembra di avere un’orchestra sotto le mani. Non è un caso che sia stato de nito il “re degli strumenti”.

E dopo il Lettimi, che percorso musicale hai intrapreso?

Il maestro Alessandro Casali all’organo (in alto e qui a sinistra) e al clavicembalo (a destra). Nella pagina a anco una immagine scherzosa nell’ambito di Aminta, associazione che riproduce musica rinascimentale, e una seria e solenne: Alessandro era all’organo quando papa Benedetto XVI visitò la diocesi di San Marino.

Dopo aver finito il quinto anno al Lettimi, ho iniziato a pellegrinare. Dapprima a San Marino, all’Istituto musicale, dove ho seguito il prof. Stefanelli, poi al conservatorio di Cesena con la prof. ssa Masini e ho nito al Conservatorio Martini di Bologna. Nel frattempo ho seguito il liceo linguistico e poi mi sono laureato in ingegneria biomedica.

E il tempo per vivere, lo avevi?

È questione di organizzazione. Sì, posso dire di aver condotto una vita normale. Ecco, voglio proprio dire che ce la si può fare. Dandosi una buona organizzazione si riesce a fare tanto, anche quello che sembrerebbe inimmaginabile!

Anche al conservatorio ti sei immerso nello studio del pianoforte?
Sì, ma nel frattempo avevo ripreso l’attività di organista liturgico in chiesa, a San Leo. Poco dopo il diploma in pianoforte sono entrato al conservatorio di Ferrara e ho preso il diploma in organo, completando con il massimo dei voti in soli 5 anni un percorso che di per sé ne prevede 10. E qui devo ringraziare il maestro prof. Francesco Tasini, uno dei massimi esperti nazionali di musica antica. E di qui, mi sono spinto a studiare il clavicembalo.

Perché questo passaggio?

Ci sono timbri e sonorità che abbiamo perso e che invece sono interessanti e meritano di essere riscoperti. Gli strumenti antichi possono offrire molto, nel momento in cui si esegue, ad esempio, Bach o Vivaldi. Ovviamente il pianoforte rimane un riferimento imprescindibile, uno strumento di insuperabile espres- sività, ma a partire da questo è vera- mente una ricchezza poter spaziare su altri registri. Inoltre credo nelle contami- nazioni. Ci sono oggi sperimentazioni e ricerche di suoni veramente entusia- smanti.

Oltre all’attività di insegnante alla Glenn Gould dove realizzi la tua pas- sione per la musica?

Sono accompagnatore al pianoforte e al clavicembalo al Conservatorio di Ferrara. Inoltre faccio parte dell’Ufficio diocesano di Musica Sacra di San Marino. Peraltro la Cattedrale di Pennabilli possiede un prezioso organo italiano dell’Ottocento e ho contribuito a far dotare anche il duomo romanico di San Leo di un altrettanto prezioso organo di scuola tedesca. Sono poi concertista solista per organo e ho costituito due gruppi di musica d’insieme… Certamente non ti annoi! Parlaci dei tuoi due gruppi. Partendo dal fatto che credo si debba assolutamente scoprire il “moderno dell’antico”, sono due gruppi di musica d’altri tempi. La musica antica ha una contemporaneità incredibile, ha tan- tissimo da dire ancora oggi. Bisogna rompere gli schemi e scoprire come vi sia qualcosa che lega tutti i generi, tutte le epoche e che sta dentro le diverse forme musicali. Anche per questo desiderio, è nato Florum Flos, un ensemble di musica sacra barocca, del Sei-Settecento, fondato da me con altri amici riminesi. Accanto a questo è nato Aminta – Nuova Bottega Musicale Ferrarese, ensemble dedicato alla musica rinascimentale. Recentemente abbiamo eseguito un concerto a Ferrara con rievocazioni di costumi, entro la corte estense. Davvero suggestivo!

Passiamo alla tua esperienza di insegnamento. Quando sei giunto qui a Igea Marina?
Arrivai con la precedente gestione ed ho potuto apprezzare l’organizzazione e la passione culturale della nuova gestione di InArte.

Che signi cato e importanza ha per te insegnare?
Per me insegnare è un grande stimolo, affinché  io possa sempre imparare. Non si può insegnare, se non si sta imparando mentre si insegna. Per inse- gnare bene occorre senza dubbio avere presente le varie e più nuove tecniche didattiche, ma la cosa più importante è capire chi ho davanti.

Che intendi?

Ogni alunno è diverso, non puoi prevedere i suoi bisogni, la sua sensibilità e creatività. Ogni alunno
è per me una s da. Per questo insegnare è avvincente: è una continua e nuova s da affinché si possa far breccia e scoprire qualcosa di nuovo nell’alunno e in se stessi. In questo senso il lavoro non finisce con la lezione ma rimane una domanda, una interrogazione, una veri ca di quanto si è fatto, di quanto si racco- glie o meno. Il rischio di fallire è sempre presente. Occorre essere sempre attenti e vigili, e pronti a raccogliere e lavorare su ogni spunto che nasce a lezione.

Come hai trovato gli alunni di Bellaria Igea Marina?

C’è una notevole vivez- za musicale a Bellaria Igea Marina. Vedo che i ragazzi sono molto ricettivi ed hanno una buona sensibilità, ma soprattutto noto che numerose famiglie fanno, o desiderano fare, musica insieme. Non sono pochi i genitori che, avendo portato qui i figli, iniziano a seguire i nostri corsi. Alcuni si iscrivono qui da adulti. È un segno positivo. Credo fortemente nella musica d’insieme. Arricchisce e qui, alla Glenn Gould, la stiamo coltivando in maniera privilegiata, anche come collaborazione tra le classi. Il giovedì, ad esempio, collaboro con la classe di canto, accompagnandoli al piano.

Credo che, vista questa freschezza, sia la strada da battere per rispondere al nostro primo obiettivo: portare la musica nella quotidianità. Che poi, in così tanti aderiscano al fare musica d’insieme mi sembra un segnale che siamo sulla strada giusta.

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